POPOLAZIONI UMANE ESTINTE E SCONOSCIUTE: SPETTRI GENETICI DEL NOSTRO DNA
Si chiamano “Ghost population”, le popolazioni fantasma, e sono i nostri antenati ipotetici che si aggirano nella letteratura scientifica. Sono echi del passato che risuonano nel DNA delle donne e degli uomini contemporanei. Per catturarli i ricercatori della paleoantropologia usano trappole di natura statistica elaborando modelli di genomi attuali e antichi nelle diverse aree geografiche . Verificano somiglianze e differenze , aspettative e incongruenze , per identificare i contributi genetici noti e ignoti che attraversano migrazioni e incroci che possono aver concorso a far di noi ciò che siamo.
Il sequenziamento del primo genoma nucleare neanderthaliano al Max -Planck -Institut fur evolutionare Antropologie di Lipsia diretto da Svante Paabo e altri ancora , è arrivato solo dieci anni fa , e con esso la scoperta che questi antichi uomini si sono incrociati con Homo sapiens, probabilmente in più di un luogo e in svariate occasioni . Il risultato è che in media negli uomini e nelle donne che vivono oggi fuori dall’Africa è presente circa il 2 per cento di DNA neanderthaliano.
I denisoviani sono l’altro gruppo umano a cui abbiamo dovuto far posto nell’album della famiglia di H.sapiens.Attualmente sono stati trovati solo pochi frammenti ossei rinvenuti nel 2008 sui monti Altai,in Siberia,tra cui una falange provvista di un genoma in ottime condizioni,che è stato studiato ancora una volta da Paabo insieme a Reich,Slatkin e altri ancora.
I denisoviani possono essere considerati quasi “fantasmi” fatti di paleo DNA e poco più.Bisogna trovare un fossile più completo.
Quello che sappiamo è che devono essersi mescolati anche loro con la nostra specie, perchè tracce di DNA denisoviano si trovano nelle popolazioni asiatiche contemporanee e raggiungono il 3/6 per cento in Nuova Guinea.
Il primo fantasma vero e proprio è quello di Mal’ta. Il genetista statunitense Reich nel libro “Chi siamo e come siamo arrivati fin qui” si spiega che forse i nativi americani e asiatici orientali siano popolazioni sorelle, discese da un ramo ancestrale comune che si era già separato dagli antenati europei e africani subsahariani.
I test statistici però mettono in evidenza una strana connessione tra gli odierni abitanti dell’Europa settentrionale e i nativi americani.
Quindi Reich per riordinare le cose propone che oltre 15.000 anni fa nella parte settentrionale dell’Eurasia vivesse una popolazione oggi estinta, che non è la principale popolazione ancestrale di chi attualmente abita la regione e si è incrociata sia con gli antenati degli europei sia con gli antenati dei nativi americani.Possiamo chiamarli antichi eurasiatici del nord.Una parte di questa popolazione è migrata a est percorrendo la Siberia e ha contribuito al gruppo che attraversando lo stretto di Bering ha popolato le Americhe.Un’altra parte è migrata verso ovest ed ha contribuito al mix europeo.
Reich spiega che gli antichi eurasici del nord hanno passato alle generazioni odierne materiale genetico equivalente a centinaia di milioni di genomi e più della metà della popolazione mondiale ha dal 5 al 40 percento si ritrova il genoma di questo ignoto gruppo.
Le previsioni di Reich sono state confermate da Eske Willerslev dell’università di Copenaghen.
Sono in atto ancora delle ricerche per catturare meglio le relazioni che hanno questi popoli poichè gli stessi denisoviani hanno a loro volta un altro antenato.