PROGETTO ALLOCCO
Oggi è uno di quei giorni nei quali tutta la fatica, lo studio, le prove, i ragionamenti ed i fallimenti trovano la loro sintesi. Ed ogni cosa ti si libera addosso, scivolando via e lasciandoti in grembo una irrefrenabile felicità fanciullesca. Perchè tocchi con mano quanto sia incredibilmente coinvolgente avvicinarsi, scrutare e comprendere i meravigliosi, perfetti meccanismi della natura. L’Allocco è un rapace notturno, è tra i miei prediletti. Passo spesso le serate estive a cercarli nel bosco di Rosello, accontentandomi il più delle volte di ascoltare i loro inconfondibili e cupi richiami. Questo progetto è nato per caso, anche se aleggiava nella mia mente da qualche anno. Fu nello scorso mese di giugno, quando in questo sito dove mi ero recato per fotografare le lucciole, mi avvidi della presenza di diversi allocchi. Pensammo così io e Gios di piazzare un nido per seguire, con tutte le opportune cautele, il periodo della riproduzione. Grazie alle mani sapienti di mio cugino Gabriele, al quale fornii tutte le specifiche tecniche, venne realizzato un nido artificiale con vera corteccia d’albero. Cosi lo scorso autunno, ossia nel periodo territoriale, quando gli Allocchi cominciano a cercare casa, lo piazzammo non senza fatica, su un enorme salice, all’interno di un boschetto misto. Con una fototrappola iniziammo così il monitoraggio ed a fine dicembre finalmente riprendemmo una coppia interessata a quella casa. Poi sono passati dei mesi, ma la fototrappola ci raccontava solo di alberi, di allocchi nemmeno l’ombra. Quando sconsolati già si ragionava su dove avessimo sbagliato, per riprovarci il prossimo anno, grazie ad un confronto con quello che è uno dei più esperti fotonaturalisti italiani, Paolo Taranto, si accendeva la lampadina: se la fototrappola si attiva, vuol dire che qualcosa è passato nel suo raggio di azione ed a quell’altezza possono essere solo uccelli o scoiattoli. Allora perchè non si vedono? Semplice: perchè la fototrappola per avviarsi ha bisogno di qualche secondo da quando il sensore ha rilevato il movimento; durante questo tempo l’allocco non sta a ballare sui rami ma è già entrato nel nido. Così questa mattina, sono andato a verificare la mia teoria. Munito di Gopro fissata ad una lunga asta, ho ispezionato cautamente l’interno del nido: eccola lì, la femmina in cova! Ho atteso che si prendesse una pausa e, quando si è allontanata, ho esplorato ancora l’interno con ben quattro uova sul fondo. Facendo un po’ di calcoli per metà aprile al massimo dovrebbero schiudere. Ora si apre la fase nello stesso tempo più emozionante e delicata, perchè bisognerà trovare il modo di continuare le osservazioni senza arrecare disturbo. La parte fotografica è complessa, perchè gli Allocchi cacciano solo di notte o all’imbrunire, quando il maschio soprattutto riporta ai pulli le prede. Nel dubbio, è buona regola del fotonaturalista stare in disparte e non interferire durante questa fase delicata della loro vita. La cosa migliore e meno impattante è, ancora una volta, l’utilizzo della fototrappola, come strumento di documentazione, della cui presenza questi rapaci non si avvedono assolutamente. Vedremo cosa saremo ancora capaci di fare. Vi terrò aggiornati. Intanto godetevi queste brevi immagini che raccontano quello che ho qui scritto