ALLA SBARRA LA “MATTANZA” DEI MUFLONI
STA ESPLODENDO FRAGOROSAMENTE LO SCANDALO DEL PARCO-KILLER IL QUALE NEL PARADISO DELL’ARCIPELAGO TOSCANO PORTA LA MORTE, PROVOCA DA PIU’ PARTI INDIGNAZIONE E PROTESTE, CON UNA DOMANDA: MA L’ITALIA CHE FA? SERVONO A QUESTO, I FONDI EUROPEI LIFE=DEATH?
E’ balzato di colpo all’attenzione internazionale il gravissimo caso dell’abbattimento dei Mufloni programmato all’Isola del Giglio, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che non solo appare del tutto ingiustificato, ma viene addirittura finanziato con ingenti fondi europei. Questa spietata “eradicazione” di animali a base di piombo è del tutto inammissibile in un Parco Nazionale, sia dal punto di vista ecologico, sia sul piano etico, anche perché qualsiasi eventuale problema potrebbe essere agevolmente risolto con ben diverse strategie.
Sparatorie del genere in un’Area Protetta sono assurde, perché provocano rischi e danni gravissimi. Si rischia infatti di colpire, anche di rimbalzo, persone o altri animali. Un danno certo è poi spaventare tutta la fauna, aumentandone la distanza di fuga. Un altro danno è scoraggiare ed allontanare il turismo dal Giglio: molti sono gli affezionati all’isola, che hanno infatti già annunziato che non vi metteranno più piede.
Altra conseguenza negativa è che così sarà deturpata l’immagine del Parco Nazionale. Tutti lo vedranno d’ora in poi non come salvatore, ma come bieco assassino. Insomma, non un Ente portatore di vita, bensì di sangue e di morte. A dire il vero, però, l’Ente Parco aveva già fatto tutto il possibile, con l’uso disinvolto e massiccio di letali veleni a Montecristo, per contaminare la propria immagine, per scopi inconfessabili.
Ma c’è anche qualcos’altro che andrebbe ben spiegato ai protagonisti di questa poco eroica impresa. Investire danaro pubblico, in progetti a sostegno delle piccole isole, è più che giusto: ma al Governo, al Parco, alla Regione Toscana e al Comune va suggerita una strategia ben diversa. Quel danaro andrebbe speso, piuttosto, per rianimare la vita nelle isole con l’Ecoturismo.
Perché non creare al Giglio un Centro Visita su Natura, Fauna e Muflone? Perché non formare i giovani locali come Guide, Interpreti e Assistenti dei Visitatori? In questo modo, grazie alle nuove professionalità, molti giovani resterebbero a lavorare nella loro isola, diventandone i più convinti Custodi. Esperienze del genere, che hanno avuto successo anche all’estero, non potrebbero essere attuate nell’isola del Giglio?
Questo, e non la barbara carneficina, sarebbe compito degno per un Parco!
Professor Franco Tassi – Centro Parchi Internazionale