Donne Afgane violate
Donne afghane che sfidono i Talebani” è uno dei diversi titoli letti in questi giorni su alcune testate giornalistiche. Donne che reclamano diritti e libertà civili, anelando ad un riconoscimento, in primis, umano e, poi, giuridico, ed invocando parità di trattamento.
Donne afghane che avevano sognato di vivere più libere da mentalità conservatrici, e di essere se stesse in tutto lo splendore che le caratterizza. Donne anche che hanno chiesto aiuto al mondo occidentale, ma non arrivato per tempo.
Donne, invece, che stanno ricevendo risate in faccia, e vessazioni in spregio alla loro dignità, del tutto mutilata da trogloditi del diritto travestiti da uomini. Infatti per questi ultimi esiste solo la “sharia” , unica legge in forza della quale la donna va considerata e trattata !
I Talebani sono così indiscutibilmente lontani, anni luce, dalla concezione occidentale dei “diritti umani”,
ossia da quei diritti in base ai quali ogni individuo venuto al mondo, uomo o donna che sia, indipendentemente dalla razza, religione, età ecc…, dovrebbe vedere riconosciute e, sopratutto, realizzate le proprie esigenze umane e civili. Ciò in quanto “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Così recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948.
Le donne afghane avevano iniziato, con tanta fatica, a conquistare alcuni diritti attraverso la Costituzione del 26 Gennaio del 2004.
Stavano, con grandi sacrifici rinascendo e stavano provando, in chiave occidentale, a godere di uno status socio giuridico più dignitoso rispetto al precedente periodo di oscurantismo talebano.
La luce, appena accesa verso la via dell’emancipazione, col ritorno dei Talebani, è stata rubata ai sogni del mio stesso genere, sfortunatamente distante solo per ragioni geografiche.
20 anni di diritti, verso la libertà, conquistati e sfumati in un battibaleno, in nome di una grave ed inaccettabile misogenia culturale. Quindi, come un film già visto, un monologo del terrore, il peggiore per l’intera umanità, fatta di occidente ed oriente e, al contempo, di responsabilità interconnesse, all’interno di un mondo che dovrebbe essere più evoluto e sensibile quanto a presunti diritti e libertà, stanno ricapitando fatti di violenza ingiustificabili in ogni loro espressione.
All’interno delle città occupate, tutte le scuole e le università sono state già chiuse militarmente alla realtà femminile.
Le donne sono ritornate ad essere vittime di un sistema di soppruso che le sta allontanando ancora dal mondo sociale, dal lavoro e, per non bastare, nelle strade stanno venendo rimossi manifesti ed immagini di figure femminili che si mostrano a volto scoperto.
Non si può che dissentire, opporsi, resistere, oltre che innorridirsi davanti a cotanta politica del terrore, preludio della morte dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni essere umano.
Non può ammettersi stando all’evidenza dei fatti, nessuna alleanza “amichevole”, come invero sta già succedendo da parte di alcuni Stati, nei confronti di un popolo di violenti e protagonisti di un indiscusso crimine contro l’umanità.
(Avv. Giorgia Antonia Leone)
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