UNA BUONA NOTIZIA:LE FORESTE IN ITALIA AUMENTANO.
Enrico Pompei, responsabile del Dipartimento politiche forestali nazionali e internazionali del Ministero delle politiche agricole( Mipaaf) ci spiega che nonostante l’uomo sia incurante delle aree urbane, boschi e foreste continuano la loro progressione , sfruttando l’abbandono delle zone montane e dei terreni agricoli. Il trend vale per tutte le province italiane ed europee.Il nuovo patrimonio forestale cresce e va gestito perchè zone ex agricole, vicine ad aree antropizzate e quindi più soggetti ad incendi. Per questo hanno bisogno una gestione forestale sostenibile e non vanno lasciati soli. Il 68 percento delle foreste italiane sono subtropicali( querceti, pini,e le altre specie mediterranee), il 32 percento sono temperate( soprattutto faggeti e boschi alpini) .La specie più diffusa è il faggio, seguono i querceti e l’abete rosso.I nostri boschi sono più ricchi di biodiversità rispetto a quelli del centro Europa e questo li rende più forti.Danno anche un grande contributo all’assorbimento della CO2,tanto che grazie alla loro azione l’Italia ha potuto rispettare per anni gli obiettivi del protocollo di Kyoto.I DANNI PROVOCATI DAI CAMBIAMENTI CLIMATICIDa alcuni decenni i cambiamenti climatici sono diventati il vero nemico delle foreste.Le forti ondate di calore hanno creato siccità nei boschi e provocato incendi terribili come quelli del 2017 dove il carbonio assorbito dalle nostre foreste è stato azzerato dalla CO2 emessa dai devastanti roghi dell’estate.In tante zone la mancanza di acqua fa deperire i boschi e li espone agli attacchi dei parassiti. Pompei ci raccconta che uno di questi parassiti è il bostrico dell’abete rosso.Un altro caso è la tempesta Vaia dell’ottobre 2018: un esempio di distruzione totale di un’intera zona del Nord-Est delle Alpi, una delle più ricche dal punto di vista forestale. Da questi pericoli esterni i nostri alberi cercano di difendersi come possono. Alcune specie , ci dice Pompei, si stanno spostando verso Nord in cerca di fresco e umidità.I boschi dono realtà dinamiche , ma i cambiamenti climatici sono talmente veloci che gli ecosistemi faticano a seguirli. RIFORESTARE LE ZONE INTORNO ALLE CITTÀSecondo le previsioni al 2050 che il ministero dell’ambiente sta elaborando, il trend di crescita naturale del boschi finirà intorno al 2030.Nuovi sbocchi si troveranno nella forestazione programmata.In Italia ci sono tanti progetti come quello di “UN ALBERO PER OGNI PERSONA” promosso dalla Comunità di Laudato si dei Frati francescani.Il problema è l’approvvugiinamento delle piantine che negli ultimi anni le Regioni non si sono attrezzate per averne a sufficienza e la chiusura del corpo forestale nel 2016 ha ulteriormente aggravato la situazione.Una volta trovate le piante bisogna trovare i luoghi oiù adatti.Pompei osserva che lo spazio si puó trovate nella forestazione urbana e periurbana progettando e realizzando le BIOCITIES.Questa è una grande sfida che ci consentirà di piantare milioni di alberi mitigando le ondate di calore nelle zone urbane e che potrebbe creare anche opportunità di lavoro.Pompei conclude dicendo:”Maicome in questo periodo le foreste sono state così cruciali a livello strategico per l’Unione Europea.Il Green Deal le considera un pilastro. Questa è un’occasione per proteggerle meglio; per renderle più produttive e forti.Tratto da il sole 24 ore.
Ilaria Gemma